venerdì 13 agosto 2010

Renzo Pasolini, il "Paso"




Un piccolissimo personale omaggio ad uno dei leggendari piloti nati nella mia stessa città...

Renzo Pasolini
Rimini, 18 luglio 1938 (m. 20 maggio 1973)

Il grande Totò diceva sempre: "I miei film avranno successo quando sarò passato a miglior vita". E il principe della risata non si sbagliava, perché ormai da parecchi anni nei palinsesti televisivi è fisso l'appuntamento con le performance del comico napoletano. Un discorso simile si può fare per Renzo Pasolini. Un grande pilota, un coraggioso fino al limite del rischio, un acrobata tanto per non smentire le sue origini da crossista, con uno stile di guida tutto suo. Ma il suo mito è nato dopo il tragico 20 maggio del 1973. Circuito di Monza, prima si corre la gara delle 350 e il ritornello è sempre il solito: Pasolini vuole battere il grande Giacomo Agostini. Renzo parte male, ma non è un problema perché fa volare la sua Harley Davidson fino a raggiungere e superare il rivale di sempre. La vittoria è dietro l'angolo, ma le prime nubi minacciose si addensano su quella maledetta giornata. Il motore tradisce Pasolini, ritiro inevitabile. Non c'è tempo da perdere, la gara della 250 incombe e il centauro riminese corre verso i box. Da un lato ha la consapevolezza di aver fatto una grande gara ("Gli abbiamo messo paura" ricorda ai meccanici), dall'altra la rabbia per l'impresa sfumata a tre giri dalla fine. La partenza delle quarto di litro è entusiasmante, il "Paso" resta leggermente indietro ma recupera in fretta, all'ingresso del curvone è già dietro Braun e Saarinen ("Questo finlandese è veramente forte" aveva detto Renzo quando cominciò a conoscerlo), anche quest'ultimo viene superato, poi la tragedia. Pasolini scivola su una macchia d'olio (ma furono tante le versioni a riguardo), inevitabile il contatto con Saarinen e le conseguenze sono drammatiche. Renzo lascia la moglie Annamaria e i figli Sabrina e Renzino. Ecco, in sintesi, l'ultimo giorno di gare e di vita, di un pilota che ha raccolto molto meno di quanto meritava ("solo" sei titoli italiani, infatti, non gli rendono merito) anche perché ha rivaleggiato sempre e comunque con Giacomo Agostini, splendido protagonista delle due ruote, ma anche dotato di moto superiori. Il "Paso" si affaccia tardi alla ribalta, provando a seguire le orme paterne. Massimo Pasolini, infatti, è un buon pilota e ottiene lusinghieri piazzamenti prima e dopo la guerra. Assieme a Lino Tonti costruisce un motore (poi venduto all'Aermacchi) che gli consente di stabilire il record mondiale di velocità rimasto imbattuto per una trentina d'anni. Renzo, invece, comincia col motocross che abbandona dopo il servizio militare per dedicarsi alla velocità. Nei primi tempi guidava una monocilindrica Aermacchi ad aste e bilancieri e nelle prime gare ufficiali trovò subito pane per i suoi denti affrontando, tra gli altri, Agostini, Bergamonti, Balestrieri. Nel '62 batte Agostini tra i Cadetti e vince anche il 7° Circuito a Mare a Rimini. Nel '65 passa senior e il '66 è uno dei suoi anni migliori: sale 15 volte sul podio con sei vittorie e nel mondiale 350 chiude terzo dietro Hailwood e Agostini. E a fine stagione si guadagna il passaggio alla Benelli. Test a Monza, debutto il 30 ottobre a Vallelunga nella 500: vittoria, per la prima volta Agostini è battuto nelle gare senior. Nel '67 altre sei vittorie (con la "perla" della gara a Rimini) e 13 podi complessivi, l'anno successivo tre vittorie (nuovamente in trionfo a casa sua), ben tredici secondi posti compreso quello finale nel mondiale 350. Nel '69 vince 14 volte, due soli successi nel 70, l'ultimo con la Benelli, ma non manca il primo posto riminese. Nel 71 torna all'Aermacchi e si dedica più che altro alla messa a punto della moto. Pochi risultati, va meglio nel 72 quando emigra per la prima volta negli Stati Uniti chiudendo terzo nella 250 miglia dell'Ontano, esperienza bissata senza fortuna nel marzo del 73 quando è costretto al ritiro nella 200 miglia di Daytona. Tornando al 72, Pasolini va vicino a tre titoli, ma conferma il suo destino di "eterno secondo": per un punto lascia a Saarinen il mondiale 250, per un punto perde il secondo posto nella graduatoria iridata delle 350 e per tre punti cede ad Agostini il tricolore 350, vincendo però lo "scudetto" 250. Ed eccoci al 73, l'ultimo successo è datato 2 maggio a Vallelunga. Poi la tragedia. La vita si spezza, comincia il mito.

(tratto da "Quelli che...lo sport che passione" a cura di Alberto Crescentini e Carlo Ravegnani)


"Coraggioso è colui che ha paura di fare una cosa...e la fa lo stesso"

Renzo Pasolini


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