martedì 28 dicembre 2010

mercoledì 22 dicembre 2010

giovedì 16 dicembre 2010

Norton Commando 961


Special di indubbio fascino, un bicilindrico britannico marcatamente "old style", prezzi decisamente poco accessibili: questa in sintesi è la nuova Norton. Per quanto mi riguarda è fuori portata ma se costasse almeno 5.000 € in meno oppure se io vincessi la lotteria... mah... mai dire mai..!

(da www.motoblog.it)

Prima italiana per la Norton Commando 961. In listino a partire da 14.900€

pubblicato: lunedì 13 dicembre 2010 da Michele Lallai

La galleria fotografica allegata arriva dall’ambiente vintage racer di Rocket Garage, e si riferisce alla Presentazione italiana della Norton Commando 961, la moto che sancisce la rinascita di uno storico marchio e riceve un importatore ufficiale anche in Italia, rappresentato dal dealer Motocicli Speciali di Cremona.

Tutte e tre e versioni saranno disponibili sul nostro mercato, con la “Sport” in listino al prezzo di 14.900€, la più raffinata “Cafè Racer” a 16.700 e la top di gamma “Special Edition” a 18.500. Tutti i prezzi sono chiavi in mano, con disponibilità a partire dal prossimo marzo.

Un bicilindrico parallelo costosetto, ma l’esclusività, il design e la componentistica di prim’ordine giustificano un prezzo così elitario per questo tipo di moto, che vanta anche un processo di costruzione praticamente artigianale.

martedì 7 dicembre 2010

Moto Robot


Da bambino ricordo i mitici Trasformers ed in particolare gli Auto Robot.. ora siamo un passo avanti, con questo strano ma interessante Moto Robot, assemblato unendo pezzi di moto demolite... una scultura umanoide inquietante ma con un lato anche umano, se vogliamo... che sembra quasi partorita dalle geniali menti dai famigerati Mutoid santarcangiolesi... e se prendesse vita..? mah...

(da www.repubblica.it)

Il robot nato da 1000 pezzi di moto

Ecco in cosa si possono trasformare mille moto ormai demolite: in uno spettacolare RoboSteel, una scultura umanoide tutta d'acciaio.

Springfield Choppers



Una special che rasenta la follia.. stranamente, credo, prodotta in Germania, terra di gente pazza per i motori e non solo... basti pensare al motore che monta: un Aston Martin da più di 400 cv, inaudito..! Senza contare il fantastico Homer in versione biker aerografato sul serbatoio...

(da www.repubblica.it)

In moto, ma col motore Aston Martin V12

Se la potenza non basta mai, ecco la Springfield Choppers che per 98 mila euro propone addirittura il colossale 12 cilindri a V da 425 cavalli dell'Aston Martin DB9. Una potenza del genere su una moto non si era mai vista: chi avrà mai il coraggio di spalancare il gas della Springfield Choppers?

lunedì 29 novembre 2010

Moto Guzzi Cafè Racer

Altra splendida special, questa volta su italianissima base Moto Guzzi Le Mans: non so quanto possa essere costata ma è un mitico capolavoro di ruvidezza e bullismo su due ruote, secondo me..!

(da www.nextmoto.it)

Moto Special: Moto Guzzi Cafè Racer di John Williams

John Williams è il preparatore e il proprietario di una magnifica special che ha come base di partenza una Moto Guzzi con telaio Tonti d’annata già di suo veramente bella. La moto special che ne deriva, denominata semplicemente Cafè Racer, non è però da meno visto lo stile decisamente classico ma allo stesso tempo un po’cattivo su cui è impostata.

Per la sua moto special, Williams ha deciso di utilizzare propulsore e telaio che derivano dalla serie Le Mans: in particolare il motore è un 1000 cc proveniente dalla sportiva LM1000S, mentre il telaio a doppia culla è quello delle Le Mans II 850, di qualche anno anteriore rispetto al propulsore stesso.

L’avantreno presenta invece una forcella Paioli a steli rovesciati con diametro di 41 mm proveniente da una Laverda 750 S (o forse da una Ghost, in ogni caso da una delle ultime serie della casa) e un disco da 320 mm con pinze assiali Brembo mentre al posteriore ci sono due ammortizzatori YSS.

Da segnalare anche il cambio, dotato di ingranaggi modificati e più leggeri, e gli scarichi a cono e contro cono: entrambi questi elementi sono verniciati in nero, come del resto il basamento e i gruppi termici. Telaio, forcellone e sovrastrutture sono invece in grigio: i primi due elementi hanno una tonalità più chiara, mentre le sovrastrutture sono più scure. Cerchi a raggi con canale anodizzato nero, codino monoposto che richiama la prima serie della Ducati SS, serbatoio lungo e stretto e strumentazione minimale (contachilometri e tachimetro) completano questa Moto Guzzi che non passa davvero inosservata e che oserei definire per molti aspetti migliore anche della V7 Cafè Racer.

sabato 27 novembre 2010

SuperNaag 917


Special di grande fascino su base Royal Enfield 500, realizzata dalla Royal McQueen di Bologna...

(da www.www.motoblog.it)

SuperNaag 917, Porsche tributo su base Royal Enfield 500 Electra

Cosa dire della SuperNaag 917, tributo del mitico Capitano Andrea Fontana dedicato alla Porsche 917k che correva a Le Mans nel 1971 con la colorazione Gulf, semplicemente unica.

Il fortunato cliente, che immaginiamo comunque rammaricato per non essersi portato a casa la Porsche di Steve McQueen quotata solo 2.000.000 di dollari, ha optato per una esclusiva SuperNaag. La SuperNaag 917 non è l’unica realizzazione su base Royal Enfield Bullet Electra 500 del Capitano, non perdetevi la SuperNaag e la Parabellum & The Sand Princess.

"La SuperNaag 917 STUTTGART nasce da una Royal Enfield 500 Electra. Solo alla Royal McQueen Motociclette: roba che capiscono in due. Aloha, il Capitano"

venerdì 26 novembre 2010

BMW R1232 - Panda Moto


Per una volta propongo una bella special teutonica, anche se è noto e risaputo il fatto che il sottoscritto non ami particolarmente la casa dell'elica... ma onore al merito, questa è davvero una moto eccezionale, sotto ogni punto di vista... e non ultimo un prezzo da record: 70.000 euro. Semplice, no..?

(articolo tratto da www.nextmoto.it)

Moto Special: BMW R1232 di Panda Moto

"Panda Moto, concessionaria francese di BMW Motorrad, ha preparato la R1232, una special che trae ispirazione dalla mitica R32, la moto che, al Salone di Berlino del 1923, ha segnato il debutto di BMW nel mondo delle due ruote.

Il preparatore della moto, Jean Luc Dupont, ha scelto di montare un moderno motore boxer BMW da 1200 cc con distribuzione a doppio albero a camme in testa su una ciclistica invece vintage tra cui spicca il telaio a doppia culla tubolare realizzato appositamente per questa moto special, come del resto la forcella a balestra, il poggiapiedi in alluminio, il serbatoio da 9,5 l e altre parti.

Molti accessori scelti per la R1232 provengono invece da moto d’epoca degli anni Venti (faro anteriore e posteriore, tromba, pompa per le gomme, parafanghi) mentre la strumentazione è doppia: sul manubrio, fatto su misura, spicca un tachimetro classico mentre il dorso del serbatoio integra indicatori di recente fattura, come del resto le frecce a LED, il giunto cardanico e il freno posteriore a disco.

Altri particolari degni di nota sono infine il radiatore dell’olio semi nascosto dai tubi del telaio e dal cannotto di sterzo, la leva per il cambio manuale posta alla sinistra del serbatoio e la cinghia di rinvio in gomma sull’anteriore.

Integrare il moderno con il classico e realizzare componenti ad hoc ha richiesto a Panda Moto ben 600 ore di lavoro e un investimento di 70000 euro per una show bike che, almeno secondo Dupont, dovrebbe però essere perfettamente funzionante tanto che si starebbe pensando di prepararne una serie limitata disponibile solo su ordinazione.

Il risultato finale è una moto dalla linea classica ma dal cuore moderno, un mezzo che richiama i tempi passati ma senza integralismi che rifiutino totalmente la tecnologia attuale."

giovedì 25 novembre 2010

Le mie moto di transizione

Suzuki TU 250 Classic

Suzuki GS 500

Le ho definite moto di transizione.. e infatti furono moto che mi fecero cambiare orientamento in fatto di 2 ruote.. io fino ad allora (2006) avevo sempre prediletto le tipologie custom jap (Dragstar 1100..) ma, guidando prima il mitico Suzuki TU 250 e poi la successiva Suzuki GS 500 mi decisi che la naked era la soluzione..! Maggiora agilità, minor peso, ugualmente affascinante.. almeno per me..

In particolare il TU 250 lo comprai per sostituire la mia amata Vespa 50; una moto facile facile, che io soprannominai "Motoretto", aveva il vizio di pisciare olio a più non posso dalle forcelle ma il ricordo più bello legato a lui sono i festeggiamenti al mare per la vittoria dei mondiali di calcio 2006... indimenticabile..

O quasi, visto che poi lo vendetti per la Suzuki GS 500, altra moto facile ma con un po' più di cavalli, di tecnica, di velocità, insomma una moto più moto.. che mi fece amare ancor di più lo stile naked...

Ma poi a fine 2007 fu venduta anche lei.. stavo per entrare nell'incredibile "pianeta rosso" Ducati... e devo ancora uscirne.. ma quanti bei ricordi alle spalle.. bisognerebbe avere un garage di 1000 mq ed un portafogli illimitato per potersi tenere strette tutte le moto della propria vita.. ma purtroppo non si può..

sabato 20 novembre 2010

MotoAbbuffata



Bel motoraduno in quel di Alfero paese, all'interno della comunità montana dell'Appennino cesenate, a 5 minuti dalla famigerata cascatella (vedi foto).
Si tiene verso fine agosto o primi di settembre, credo.. io ho partecipato nel 2008, l'ultima domenica di agosto, le strade sono particolarmente panoramiche, tortuose e questo, unito alla presenza di tantissime moto (storiche e non...), stand e cibarie lo rende di certo un raduno da non perdere...
Un po' di storia...
A 12 km dal capoluogo, superato il passo della Biancarda o dalle Balze attraverso il passo del Fumaiolo, si arriva ad Alfero. L'etimologia del suo nome sembra derivare da "ad farum", per gli innumerevoli fuochi accesi dai pastori bivaccanti sul luogo. Nella zona esistevano numerosi castelli, per buona parte soggetti all' Abbazia del Trivio di Montecoronaro, di cui oggi, in alcuni punti, restano vaghe tracce. La chiesa del paese e' dedicata a S.Andrea e la sua prima citazione risale al 1259, quando il conte di Romagna Tommaso da Fogliano, la concesse in perpetuo al vescovo di Sarsina. Documentata dal 1464 con torre campanaria, venne piu' volte rimaneggiata a causa dei disastrosi terremoti e abbandonata in seguito per ragioni di disagiatezza: nel 1961 venne riedificata al centro del paese e consacrata nel 1963.

Nel battistero si trovano due campane datate 1364 e 1474; la prima dedicata a S. Andrea e la seconda donata alla Comunita' di Alfero dal Capitano di Bagno, Gasparre di Simone della Volta. Una delle piu' belle visioni dell' appennino Romagnolo e' offerta dalle cascate del torrente Alferello, che si raggiungono seguendo dal paese, la strada asfaltata per Mazzi e quindi un sentiero segnalato, che scende fino al fiume.


giovedì 11 novembre 2010

Alla fine dei test di Valencia


In attesa dei prossimi test invernali in Malesia i risultati di Valencia sembrano parlare chiaro: per ora Lorenzo e la Yamaha si confermano, Spies ok, Stoner, di nuovo su Honda, va mentre l'itaico binomio tanto atteso Rossi-Ducati sta relegato nelle retrovie.. ma diamo tempo al tempo... e poi si vedrà. W LA DUCATI.

(da motoblog.it)

MotoGP: Valentino Rossi chiude i test con Ducati nelle retrovie, problemi di setting e avantreno, mentre Hayden è soddisfatto del motore Big Bang 2011

Valentino Rossi non chiude i test come ci aspettavamo, e dopo il rumore e l’agitazione creata dalla prima apparizione assieme a Ducati, deve fare i conti con una moto da analizzare per bene e capire fin nei minimi dettagli. Stoner è salito sulla Honda ed è andato subito come un razzo, mentre Valentino ancora non si trova. Il problema si chiama avantreno.
Un particolare infingardo della Desmosedici, che ha creato più di un problema in questa stagione a Casey Stoner, ma Filippo Preziosi dice che non è lo stesso particolare che rovinava le performance dell’australiano. Parafrasando una famosa canzone di Mina pensiamo “questione di feeling”, e probabilmente è questa la chiave di lettura.
Una moto che allo stato attuale non va bene a Valentino, e con il lavoro di quest’inverno dovrà sviluppare e cucirsi addosso un setup per evitare un’altra quindicesima posizione nei test in Malesia. Il dottore, precisamente, ha concluso il suo miglior giro in 1′33″761, ben oltre il secondo e mezzo di distacco dall’altro debuttante, il più veloce della giornata.

MotoGP, Test: Stoner "straccia" i compagni di squadra, Pedrosa quinto, Dovizioso nono ma febbricitante

Nell’attesa del tempone di Valentino Rossi sulla Ducati Desmosedici, a stupire in questi primi test “2011″ è stato il suo sostituto Ben Spies, ma ancor di più il sostituito Casey Stoner, per la prima volta in sella ad una RC212V 800cc (Casey conosceva la RC211V del 2006). Con il crono di 1’32.066, l’australiano ha preceduto nell’ordine le Yamaha M1, comunque vicinissime, di Jorge Lorenzo e Ben Spies.
Ottimismo, più che giustificato, nel box del Campione del Mondo 2007. Quinto tempo per Dani Pedrosa (a 4 decimi) e nono per il nostro Andrea Dovizioso staccato di 8 decimi ma limitato da un attacco influenzato. Il centauro romagnolo ha provato un telaio diverso ed alcuni settaggi particolari dell’elettronica.
“Il test è stato positivo anche se non ho potuto fare dei long run a causa della mia condizione fisica.” - ha dichiarato Dani Pedrosa - “Ho girato con buoni tempi così da avere le idee più chiare circa quello che ci piaceva e ciò che occorrerà modificare per fare un ulteriore passo in avanti. Abbiamo riprovato il prototipo riscontrando degli aspetti positivi che ci consentiranno di progredire, ed anche alcune cose che non mi piacciono molto.”

martedì 9 novembre 2010

Test di Valencia: debutto di Rossi in Ducati


Dunque.. dopo tante polemiche e strategie (giuste o sbagliate..) ora siamo arrivati a questo fatidico momento storico per il motociclismo italiano: adesso non ci rimane che smetterla con le stronzate, sperare bene e... inboccalupo! W LA DUCATI, sempre..! E a prescindere..
Anche se non ho ben capito cosa voglia significare quel punto interrogativo che ha oggi Rossi sul casco.. mah..

Per ora (per quel poco che può valere..) i risultati dei test sono questi...

(da www.motoblog.it)


Semaforo rosso, test terminati. Mantiene la prima posizione Jorge Lorenzo seguito da Stoner e Spies. Ottimo il debutto di Valentino Rossi sulla Ducati che chiude la prima giornata decimo a meno di due secondi dall’ex compagno di squadra. L’obiettivo di Rossi non era fare il tempo ma prendere le misure della sua futura moto e come ha detto Vittoriano Guareschi i due “si sono subito piaciuti”. A seguire la classifica dei tempi aggiornata alle 17.00.

MotoGP - Test Valencia - Classifica Day 1
01 Jorge Lorenzo - Yamaha Factory Racing - 1:32.012
02 Ben Spies - Yamaha Factory Racing - 1:32.878
03 Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - 1:33.190
04 Casey Stoner - HRC - 1:33.261
05 Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - 1:33.336
06 Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - 1:33.513
07 Marco Simoncelli - San Carlo Honda Gresini - 1:33.578
08 Valentino Rossi - Ducati Team - 1:33.882
09 Alvaro Bautista - Rizla Suzuki MotoGP - 1:33.921
10 Nicky Hayden - Ducati Team - 1:33.998
11 Hector Barbera - Paginas Amarillas Aspar - 1:34.110
12 Randy De Puniet - Pramac Racing Team - 1:34.142
13 Hiroshi Aoyama - San Carlo Honda Gresini - 1:34.181
14 Loris Capirossi - Pramac Racing Team - 1:34.631
15 Cal Crutchlow - Monster Yamaha Tech 3 - 1:34.924
16 Toni Elias - LCR Honda MotoGP - 1:35.808
17 Karel Abraham - Cardion AB Motoracing - 1:37.434


Ducati Monster 1100 Evo


Per me senza dubbio la migliore moto in circolazione attualmente, presentata al recente EICMA, il salone fieristico delle 2 ruote a Milano... bellissima..!

(Da www.motoblog.it)

Ducati Monster 1100 Evo

Unire estetica e forza bruta: una sfida possibile solo se i giocatori sono vestiti di rosso e adorano superare i propri limiti, insomma se ci si trova in Ducati! Il Monster 1100 EVO è tutto, con quel tocco in più che difficilemente si riesce a spiegare con semplici parole. Protagonista assouto della nuova versione è proprio il motore Desmodue 1100 Evoluzione, che da nome e carattere assolutamente unici all’ultimo splendore della casa di Borgo Panigale. Una miglioria incredibile che non tradisce le aspettative.

La particolarità principale di questa moto infatti è proprio il primo propulsore Ducati a 2 valvole capace di raggiungere i 100CV, una vera e propria rivoluzione nel cuore della “naked per eccellenza”. Nuovissimo anche l’impianto di scarico, con due terminali completamente ridisegnati per esaltare il codino agile e muscoloso. Un silenziatore sull’altro, posizionati in basso a destra, che non si limitano ad assolvere pienamente le loro funzioni performanti, ma esaltano anche la resa plastica dell’intero “gioiello a due ruote”. Il gran desiderio di praticità abbinato alla solita piacevolezza estetica, supporta la manegevolezza assicurando uno stile al passo con i tempi.

Un motivo in più per farci un pensierino: il Ducati Safety Pack (DSP), l’esclusiva protezione Ducati, che comprende, a supporto del sistema frenante ABS Brembo-Bosch, un nuovo DTC (Ducati Traction Control) a quattro livelli assolutamente di serie. L’avventura insomma, ma con il cuore un pò più leggero. Ripensato l’intero assetto a favore dell’ergonomia del pilota e della comodità del passeggero che guadagna l’appoggio delle due maniglie (della gamma accessori Ducati Performance) applicabili al telaietto. Il tutto in soli 169kg, che ne fanno la moto più leggera e compatta della categoria. Potenza, bellezza, sicurezza: “comandamenti” Ducati a tutti gli effetti!

venerdì 29 ottobre 2010

Per principio di rivalità: Triumph Rivale




Ecco un'altra bella special, creata su base Triumph Bonneville T 100, che ho trovato girando in rete.. ma chissà che prezzo.. anche se forse ne varrebbe veramente la pena...

(da www.motoblog.it)

Una Bonneville che diventa "Rivale" per Roberto Rossi
pubblicato: venerdì 29 ottobre 2010 da Nico Condorelli

La storia di questa moto ha il sapore di altri tempi. Per realizzarla il suo creatore, l’artista mantovano Roberto Rossi, ha impiegato passione, conoscenza, lunghi studi. E ancora viaggi alla ricerca di rarità, scovate tra le pieghe del passato, rintracciate con il fiuto dell’ispirazione in improbabili botteghe d’oltremare che spesso custodiscono insospettati tesori. Il risultato è la Rivale: un pezzo unico, un’opera d’arte su due ruote il cui nome è stato scelto per sottolineare un “principio di rivalità” in un mercato culturalmente più superficiale.

La Rivale nasce da una Triumph Bonneville T100, dall’aria un po’ vissuta, rugged, e con una strizzatina d’occhio al mondo scrambler. Nella sua ciclistica spartana, nella sella e nei particolari si respira una nota romantica: questa moto infatti, vuole essere anche una “rivalutazione” fisica di un usato e gli interventi di Rossi, come i cerchi CMR verniciati nero polvere e il parafango in ferro battuto a mano, dimostrano che le cose autentiche, come l’emozione del vento in faccia, non hanno per forza bisogno di essere nuove di pacca, bensì di essere apprezzate, ogni volta come se fosse la prima.

L’intento ricercato con questa Rivale è stato quello di combinare l’autenticità e la storia, con la modernità, l’immagine old-style ad un utilizzo moderno e quotidiano. Il telaio tagliato, il serbatoio vintage: chiare ispirazioni ai modelli anni ‘70, come il disegno del parafango posteriore, che richiama quello della Laverda Chott.

E’ il padre di Roberto, appassionato collezionista d’epoca, ad iniziarlo all’approfondita conoscenza della storia del design automobilistico e motociclistico. La sua prima creatura vede la luce nel 1995 quando, con la sorella Giovanna, apre in una cascina la concessionaria Harley-Davidson Numero Uno Mantova. Qui inizia parallelamente a creare esemplari unici con perizia e gusto quasi sartoriale: sceglie personalmente ogni minimo dettaglio, stringendo una profonda sintonia con ciascuno dei suoi clienti. Oggi Roberto Rossi è unanimemente considerato come uno dei più stimati preparatori di moto a livello mondiale e le e sue creazioni, sovente esposte in kermesse italiane e internazionali, si distinguono per stile ed esclusività.

lunedì 25 ottobre 2010

Giro del mondo in sella alla Ducati



(articolo tratto da www.gpone.com)

Domenica 24 Ottobre 2010 19:39 di Nereo Balanzin

“Sono nato al confine tra Capodimonte e Santità. Forse, per questo, i confini non posso fare a meno di attraversarli”, racconta Paolo. Il cielo dell'Australia del sud promette pioggia. Ed appena può, mantiene, con scrosci improvvisi, portati dal vento.

Né alto né basso, spalle larghe. Capelli probabilmente neri, ma tagliati così corti che a malapena si intuiscono. Occhi scuri, vivaci, sempre in cerca di qualcosa o di qualcuno su cui posarsi, ma senza farlo quasi mai. Paolo Pirozzi, trent'anni, napoletano, è a metà strada di un lungo viaggio. A bordo di una Ducati Multistrada ha attraversato l'Europa, l'Asia (“tutta, fino a Vladivostock”) per poi imbarcarsi e raggiungere il Giappone. Da qui la Cina, tagliata di sbieco fino al Pakistan. Dal Pakistan all'India; dall'India alla Malesia; dalla Malesia, all'Australia. “Da Melbourne, dove siamo, andrò fino a Sidney; poi, un po' di movimento verso nord. Quindi, America settentrionale, meridionale, Africa, Europa”. Insomma, il mondo intero, in sella ad una moto.

Da raccontare, ne ha.

“La scena si è ripetuto ogni santo giorno per diciotto giorni”. Tre volte al dì, come le medicine. “Mi presentavo con un sorriso, e chiedevo: Buongiorno, Ciro. Notizie per me?”

Ciro ascoltava in silenzio. Senza rispondere. “Un po', perché era cinese, e - legittimamente – non capiva un acca”. E poi, perché non era mai lo stesso. “Sono entrato in Cina attraverso il porto di Tianjin, a sud di Pechino. Enorme; ho presentato i documenti - tutti, non mancava nulla – ma mentre stavo per accelerare e passare oltre, una mano sul petto mi ha fermato. La guardia di frontiera mi hanno lasciato capire che io avrei potuto passare, ma non la moto. Perché? Mistero. Così, ogni mattina, mezzogiorno e sera (insomma, ad ogni cambio turno) mi sono presentato in dogana, a controllare se non avessero cambiato idea. Chiunque fosse di servizio, lo chiamavo Ciro: buongiorno, Ciro...”. E' stato il Ciro del diciottesimo giorno a fargli cenno che poteva passare. Sempre che fosse riuscito a superare l'esame per la patente. Ovvio.

“Già: perché in Cina si può guidare solo con licenza cinese. Così, mi hanno assegnato un funzionario che parlava inglese, ed abbiamo fatto ciò che si doveva fare. Il curioso, è che praticamente non l'ho mai avuta, la benedetta patente: per non perdere tempo – ormai, ero in ritardo bestia sulla tabella di marcia – superato l'esame sono partito senza; me l'hanno consegnata alla frontiera con il Pakistan, in uscita, quando ormai la Cina l'avevo attraversata tutta”.

A Napoli, Paolo ha fatto un po' tutti i mestieri. “Sarei perito meccanico, ma mi sono adattato ad ogni cosa, dall'imbianchino al consulente informatico, perché a me il lavoro serve soprattutto per pagarmi la benzina. La mia vita è viaggiare. Un lavoro che sia per sempre non è adatto a me; e le aziende fanno giustamente anche fatica ad assumermi, sapendolo”. E poi, un po’ di tempo bisogna dedicarlo anche al Club: il Ducati Dreams, di cui è presidente.

Paolo viaggia solo. Non è una lumaca; anzi, visti i chilometri percorsi ed il tempo impiegato. Però, come una lumaca, si porta dietro la casetta: una tenda che pianta dove può, per passare la notte. “Quasi sempre, con un occhio aperto ed uno chiuso. Bisogna stare attenti agli animali. E agli esseri umanii”. A volte, ci sono delle sorprese.

“Al confine tra Cina e Pakistan, non mi hanno lasciato piantare la tenda. Mi hanno indirizzato verso una costruzione un po' così: porte aperte, finestre anche. Le stanze occupate si riconoscevano subito: lucchetti giganteschi alle ante; i viaggiatori, da quelle parti, li portavano con sé. Io non ne avevo; ci ho pensato un po' su. Poi, ho deciso che, in ogni caso, dovevo dormire. E non ho nemmeno accostato la porta. Pensavo: così capiranno di avere a che fare con un tipo tranquillo. La mattina, quando mi sono svegliato, mi sono accorto subito che qualcuno era entrato: sul tavolo, c'erano un bicchiere di latte ed un pezzo di pane”.

Di tutto il lungo viaggio percorso fino ad oggi (non è il primo: ne ha già all'attivo parecchi, tra cui un Napoli-Pechino) possiede una sola foto. “Me l'ha scattata l'autovelox. Appena fuori dal deserto del Gobi. Velocità prescritta, non lo ricordo. Mi hanno fatto però capire che l'avevo superata dell'86 per cento. Mi hanno chiesto la patente. Gli ho mostrato la moto. Poi, ho fatto un cenno di saluto. Loro hanno risposto. Allora, ci ho provato: sono salito in sella, e mi sono allontanato piano piano”. Verso il Pakistan (“tutta la provincia sembrava allagata”) e l'India (“dove ho rischiato la pelle: diciamo che possiedono una guida creativa, ed ho dovuto più di una volta buttarmi fuori strada, per non essere travolto”).

A occhio e croce, Paolo, salutato il Motomondiale, incrociato giusato per un weekend, dovrebbe oggi essere dalle parti di Sidney.

Chi lo voglia, può controllare: http://www.paolopirozzi.com

sabato 16 ottobre 2010

Carta dei Diritti del Motociclista




(articolo tratto da da www.cmfem.it)


Lo Statuto dei motociclisti secondo noi


La libertà di spostamento è fondamentale, anche quando è fine a se stessa; tutti gli utenti delle due e tre ruote esercitano, quindi, il loro diritto a questa loro personale forma di espressione, di scelta di vita e di mezzo di trasporto.
L'esercizio di questo diritto vive nel reciproco rispetto degli utenti delle altre categorie di veicoli e dei pedoni. Gli utenti delle due e tre ruote hanno il diritto ad essere rappresentati, come effettive parti in causa, in tutti quegli organismi che hanno, fra i loro compiti, quello di deliberare, stabilire, classificare, legiferare su questioni di pertinenza del settore motociclistico.
Richiamandoci alla Costituzione della Repubblica Italiana rivendichiamo il diritto ad un equo trattamento tariffario per quanto riguarda tasse, pedaggi, bolli, superbolli, una tantum, tasse di proprietà ecc.
Rivendichiamo inoltre la definitiva affermazione, lo sviluppo e la diffusione dell'educazione stradale come esigenza primaria dell'utenza delle due e tre ruote e obiettivo irrinunciabile della società.

Restano comunque aperti problemi di non facile soluzione, tra cui la lotta alla manomissione dei ciclomotori, che non può prescindere da una rielaborazione del concetto stesso di ciclomotore (trasporto del passeggero, cilindrata, velocità, inquinamento ecc.) i problemi legati alla pratica del fuoristrada o quelli relativi alla mobilità degli invalidi, ai quali è negata ogni alternativa all'auto. Ci ripromettiamo di approfondire questi ed altri temi, chiamando contemporaneamente le istituzioni a collaborare nella ricerca di soluzioni rispettose della libertà e della dignità dell'uomo.

* * *

1. Il motociclista è in primo luogo una persona. Ad esso si applicano quindi tutte le norme ed i principi espressi nella Costituzione della Repubblica Italiana e nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo.
2. Il motociclista è un individuo libero. Ha diritto di viaggiare e spostarsi a bordo del suo motoveicolo, senza altra limitazione che il rispetto della libertà e della sicurezza altrui. Nessun provvedimento repressivo o limitativo della libertà personale può colpire un motociclista in quanto tale.
3. L'uso del veicolo a due o tre ruote deve essere frutto di una libera scelta. Nessun provvedimento di legge può in alcun modo influenzare, né determinare la scelta di trasporto individuale.
4. E' diritto inalienabile del motociclista decidere come salvaguardare la propria incolumità durante la circolazione. Nessun dispositivo di protezione individuale deve essere imposto per legge.
5. Nessuna limitazione alla guida dei veicoli a due e tre ruote può essere imposta, se non in base a criteri generali di sicurezza applicabili ad altre categorie di veicoli.
6. Il motociclista ha diritto di provvedere da sé alla manutenzione del proprio motoveicolo, per adattarlo alle proprie esigenze ed ai propri gusti. Le leggi in materia di circolazione e di omologazione dei veicoli debbono salvaguardare questo diritto.
7. Nessun limite tecnico alle caratteristiche ed alle prestazioni dei motoveicoli può essere stabilito per legge, tranne quelli volti a migliorare la sicurezza degli altri utenti o a garantire il rispetto dell'ambiente. In ogni caso, la limitazione deve determinare un miglioramento effettivo, e non teorico, delle condizioni di sicurezza e ambientali.
8. Nessun limite alla circolazione dei veicoli a due e tre ruote può essere imposto, se non in presenza di analoghi provvedimenti relativi alle altre categorie di veicoli, e secondo un ordine gerarchico discendente o per comprovate ragioni di sicurezza.
9. Lo Stato deve garantire una piena ed adeguata educazione preventiva, con particolare attenzione alle problematiche della mobilità su due e tre ruote.
10. Ovunque siano previsti spazi di sosta o di ricovero per autoveicoli, debbono essere realizzati spazi in proporzione per i motoveicoli
11. Le strade debbono garantire condizioni di sicurezza per il transito dei veicoli a due e tre ruote. Non debbono essere utilizzati materiali scivolosi, né dispositivi che, per loro forma o natura, possano compromettere l'incolumità di chi viaggia a bordo di veicoli a due e tre ruote.
12. Tutte le forme di imposizione fiscale o tariffaria applicate ai motociclisti debbono essere proporzionante alla disponibilità di specifiche infrastrutture; i fondi provenienti da tali imposizioni debbono essere destinati alla realizzazione ed al miglioramento delle strutture di servizio destinate agli utenti delle due e tre ruote.
13. Qualsiasi provvedimento volto a regolare o limitare l'uso dei veicoli a due e tre ruote, o che ne comporti una maggiore onerosità, deve prevedere la consultazione delle organizzazioni che rappresentano gli utenti delle due e tre ruote.

di Riccardo Forte

giovedì 7 ottobre 2010

Argenta in Moto




Un bella giornata di inizio Aprile, un raduno pieno di moto, un giro turistico lungo più di un ora che faceva viaggiare i centauri fra le terre della bonifica, lotterie e premiazioni varie, un museo aperto e gratuito con cimeli del mondo delle due ruote locale e non solo e tanti stand di moto (c'erano Ducati, Guzzi, Morini...) e accessori, questo in sintesi il mio ricordo dell'ARGENTA IN MOTO edizione 2009.
Ma Argenta non è solo questo.. al centro del triangolo formato dalle città di Ferrara, Ravenna e Bologna, con i suoi 311 kmq di superficie, è uno dei comuni più estesi d’Italia ed offre al visitatore un territorio ricco ed interessante sia dal punto di vista naturalistico che storico.
L’oasi delle Valli di Campotto, stazione n. 6 del Parco del Delta, angolo di eccezionale valore naturalistico, è inserita nel sistema ecomuseale di Argenta, al quale appartengono inoltre il Museo delle Valli, centro di documentazione storico-naturalistico, il Museo della Bonifica ed il Museo Civico.
Troppo, decisamente, per una sola giornata.. ma tempo al tempo.. vorrà dire che ci si tornerà con più calma prossimamente, sempre in moto.


Per altre foto del motoraduno del 2009 clicca qui.

martedì 28 settembre 2010

Rabbia Ducati





La rabbia, secondo me più che legittima e giustificata, di alcuni Ducatisti domenica scorsa ad Imola... del resto, come si legge anche su alcuni cartelloni, il cuore del ducatista è la SBK...

"C’è poco da dire, gli striscioni parlano da soli. Alcuni tifosi della Rossa di Borgo Panigale ritengono Valentino Rossi “colpevole” dell’abbandono della Ducati dal Campionato Mondiale Superbike. Certo che a giudicare dai risultati che le Rosse stanno ottenendo in quest’ultimo periodo (solo ad Imola podio tutto Ducati in gara 1 e primo e secondo posto in gara2) sale l’amarezza per la scelta di non partecipare al prossimo campionato in forma ufficiale."

(da motoblog.it)

venerdì 24 settembre 2010

Getullio Marcaccini




Altro breve omaggio ad un pilota storico delle mie parti...


Getullio Marcaccini

Gemmano, 25 maggio 1938 (m. 10 febbraio 1989)


Meccanico di professione pilota per divertimento. E con qualche "dolla­ro in più" avrebbe anche potuto togliersi maggiori soddisfazioni. Perché la carriera di Marcaccini è subito vincente: a 21 anni conquista il titolo nazionale nella categoria cadetti 125 e lo bissa l'anno successivo tra gli junior sempre nella 125 e sempre in sella a una Ducati. Anche dopo il passaggio nei senior, Marcaccini si mette in luce, ottenendo il terzo posto nel campionato italiano 125 nel '61. La mancanza di risorse economiche non gli consente di partecipare alle trasferte europee del motomondiale e quindi gareggia esclusivamente nelle tappe italiane: 350 e 500 sono le sue categorie, Paton, Harley Davidson e Aermacchi le sue moto, Agostini, Pasolini e Bergamonti i suoi avversari. La sfortu­na però è dietro l'angolo e gli ultimi anni della sua vita sono segnati da un drammatico incidente stradale avvenuto nel '77. Ha trasmesso la passione per i motori a suo figlio Roger che dal 1998 ha cominciato a lavorare nel mondo delle corse e attualmente è meccanico nello staff ufficiale dell'Aprilia che partecipa al motomondiale.


Tratto da "Quelli che...lo sport che passione" a cura di Alberto Crescentini e Carlo Ravegnani

giovedì 16 settembre 2010

Moto Guzzi V7 Racer


Dovrebbe uscire in questi giorni una bella special di serie, da 750 cc, per la mitica casa di Mandello del Lario, la Moto Guzzi V7 Racer.

"Ispirata alle motociclette che negli anni settanta si sfidavano nella categoria “Derivate di Serie”, competizioni per gentleman riders animate dall’accesa rivalità tra i sostenitori delle potenti ma poco guidabili moto giapponesi e gli appassionati delle sportive italiane, con qualche cavallo in meno ma superiori nella ciclistica e nella frenata.

Il nuovo modello ripercorre quindi la carriera agonistica della V7 Sport, e sarà prodotto in tiratura limitata e numerata.

Il serbatoio è sicuramente l’elemento che più vi salterà all’occhio.
Completamente cromato e realizzato con una nuova tecnologia di deposito di particelle metalliche che lo rende meno “delicato” di quello che sembra; abbellito da una raffinata cinghia in pelle.
Il telaio è tinteggiato di rosso, volutamente ispirato alle 150 V7 Sport con telaio al cromo; il trattamento è esteso anche ai mozzi ruota e forcellone.
La sella è rigorosamente monoposto ma è disponobile a richiesta la sella biposto e le pedane passeggero. Sul codone finale sono state integrate le tabelle portanumero come anche sul piccolo cupolino anteriore, ricordando il leggendario frontale della Gambalunga.
Tra gli elementi maggiormente distintivi di questa special edition vi è un largo impiego di inediti elementi in alluminio spazzolato e forato.
Da notare anche i soffietti sugli steli della forcella, le pedane arretrate e regolabili, i semimanubri, la coppia di ammortizzatori Bitubo a gas (regolabili) e la ruota anteriore da 18 pollici.
Per gli amanti del sound e delle prestazioni è disponibile su richiesta un sistema di scarico Arrow… ovviamente non omologato."

(da www.dueruotenelweb.it)


Per info, scheda tecnica e altre foto clicca qui.

mercoledì 15 settembre 2010

MotoSaraceno




Motoraduno, forse uno dei migliori per rapporto qualità - prezzo, in quel di Mercato Saraceno (prov. FC, Romagna) nella piazza adiacente all'ex macello pubblico. Io ho partecipato alle edizioni 2003 (stupenda) e 2004 (leggermente sotto tono) e poi non ne ho più avuto notizie, purtroppo.. e tutt'ora non ho idea se lo facciano ancora o meno.. e comunque, anche se la location era non grandissima il posto era meritevole, bella ma assolata piazza nei pressi di un laghetto contornato da monti e del macello.. moto ammucchiate ovunque, palco con live music (ricordo anche un tizio vestito da frate che blaterava sul palco nel 2003, hahaha..) bar e stand vari.. 10 euri (la quota di partecipazione) davvero ben investiti che fruttarono un pranzo di tutto rispetto, molto vino, aperitivo con bomboloni, motogiro (nel quale sbagliai strada e così fui il primo x l'aperitivo.. haha), gadget e non ricordo più cos'altro..bisogna assolutamente ripristinare il MotoSaraceno, se serve una raccolta di firme io sono il primo della lista..

Per qualche foto dell'edizione 2003 clicca qui.

giovedì 9 settembre 2010

Gola del Furlo e Gubbio




Allora.. dopo i fattacci di Misano di domenica scorsa torniamo a parlare di viaggi in moto che è meglio..
Gubbio (provincia di Perugia, Umbria) è stata la mia meta nel 2004 ma prima di arrivare a destinazione ho percorso la famigerata Gola del Furlo, situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano affluente del Metauro nella provincia di Pesaro-Urbino (Marche), percorrendo sia la noiosa ma pratica galleria sia, ovviamente, la via del passo, divertente, poco trafficata e ricca di panorami naturali montuosi, fiumi e arcate di roccia a filo strada..merita sicuramente una sosta.
La città di Don Matteo, allo stesso modo, si presenta con un vasto numero di luoghi d'interesse monumentale quali il Palazzo dei Consoli, la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo, le chiese di San Francesco, San Giovanni, San Martino, San Pietro e Sant'Agostino, il Palazzo Ducale, il Cassero e il Teatro romano, per citare i più rappresentativi.. Una delle perle dell'Umbria e non solo.

Per qualche foto clicca qua.

lunedì 6 settembre 2010

Shoya Tomizawa



La giornata di ieri, per ogni appassionato di moto, di sport e non solo, è stata tragica e triste, al di là di tutto, della gara, di Misano.. è morto un pilota, un ragazzo di 19 anni e la corsa è continuata ugualmente, non si sa nemmeno l'ora del decesso, qualcuno ha detto alle 14.20 a MotoGP in corso, ma nel dopogara Lorenzo ha detto di averlo saputo prima di partire.. neanche la serietà e la decenza di dire la verità in un occasione simile se non di fermare la gara.. complimenti all'organizzazione di casa nostra, davvero, complimenti.. ma poi il punto non è neanche questo.. si discute sempre sulla sicurezza, anche con le nuove normative del nostro paese, forse anche esagerate, tipo l'obbligo di abbigliamento tecnico sempre e comunque..anche per andare al mare.. e poi negli eventi che sono al vertice del mondo motociclistico a livello mondiale si bada solo a mandare avanti lo show, si fanno correre anche i bambini (vedi Lenz...) e via dicendo.. mah.. ma come siamo messi..?!


Tomizawa ucciso a 19 anni Cade e due moto lo travolgono


di Redazione

A soli sette giorni dall’incidente mortale del tredicenne Peter Lenz, il mondo delle moto si ritrova a dover compiangere un altro pilota, deceduto in circostanze simili durante la gara di Moto2 disputata ieri sul circuito di Misano. Nel corso del dodicesimo giro il giapponese Shoya Tomizawa, mentre era in quarta posizione, è scivolato al «curvone», che si percorre a oltre 200 chilometri all’ora, per poi essere investito dai due piloti che lo seguivano a breve distanza. Sia Alex De Angelis sia Scott Redding non hanno potuto evitare l’incidente: il sanmarinese si è lanciato dalla moto che si è scontrata su Tomizawa mentre il britannico lo ha investito all’altezza del bacino. Mentre la direzione di gara decideva di non esporre la bandiera rossa per interrompere il gran premio, i soccorritori hanno adagiato su una barella il corpo di Tomizawa, che non dava segni di vita. Caricato in ambulanza, dove gli è stata praticata la rianimazione, il pilota è poi stato trasportato all'ospedale di Riccione dove è deceduto alle ore 14.19 a causa dei traumi multipli e delle numerose emorragie interne. Nessuna conseguenza invece per De Angelis e Redding.
Ancora il 5 settembre, ancora Misano, ancora un incidente pauroso. Nel 1993 il campionissimo Wayne Rainey se la cavò, restando però paralizzato agli arti inferiori. Ieri per Tomizawa non c’è stato niente da fare. Così, mentre i piloti della MotoGp ancora ignari della morte del collega iniziavano la propria gara, il paddock si è diviso tra la tristezza di chi non è riuscito a trattenere le lacrime, come il dottor Claudio Costa che ha assistito Tomizawa sino all’ospedale, e i dubbi su un’eventuale carenza di organizzazione dei soccorsi. Tanti addetti ai lavori sono dell’idea che la gara andasse fermata, ipotesi condivisa anche da Valentino Rossi, ma secondo Claudio Macchiagodena, responsabile medico del circuito di Misano «la bandiera rossa non avrebbe dato nessun vantaggio, dal punto di vista medico non sarebbe cambiato nulla. La rianimazione è cominciata in ambulanza, dal punto di vista medico non c’è stato alcun ritardo. La bandiera rossa, anzi, avrebbe comportato un rallentamento». Eppure, nei momenti concitati dell’incidente, un soccorritore è scivolato sulla ghiaia, forse per accelerare le operazioni ma anche preoccupato di mettersi al riparo dalle altre moto che sfrecciavano come nulla fosse accaduto. L’incidente forse riaprirà anche la polemica legata agli iscritti in Moto2 che per stessa opinione dei piloti sono troppi e creano affollamento: ieri al via erano in 38, questo favorisce lo spettacolo ma aumenta i rischi legati alla sicurezza. In merito al problema lo stesso Tomizawa qualche giorno fa aveva risposto così: «Non mi preoccupo degli altri, penso solo a me stesso».
Nato a Chiba, città a sudest di Tokyo, il 10 dicembre del 1990, Tomizawa ha sempre avuto il pallino delle due ruote tanto da salire sulla prima minimoto a soli 3 anni. A 15 aveva debuttato nel campionato giapponese con l’obiettivo di approdare, prima o poi, nel motomondiale. Il sogno si avvera nel 2006 quando partecipa al Gp del Giappone in 125 con una wild card, esperienza ripetuta anche nei due anni successivi (in 250 nel 2008). L'anno scorso aveva chiuso 17° in classifica con 32 punti gareggiando con la scuderia Cip Moto, motorizzata Honda. Questa doveva essere la stagione della maturità e infatti in Moto2 aveva esordito col botto, con la vittoria in Qatar (festeggiata sul podio ad occhi sgranati come a dire «Incredibile») e il secondo posto in Spagna, e tante altre buone prestazioni. Sino all’incidente di ieri, che però non cancellerà mai il sorriso, le risate e l’allegria con cui lo ricordano i colleghi.

(da Il Giornale.it)

Peter Lenz



Scusate, è una notizia che ho sentito solo di sfuggita poco tempo fa.. e mi è sembrata incredibile e tristissima.. dopo quanto accaduto pure ieri a Misano poi.. ma si potrà correre in moto a 13 anni o anche meno..? In America pare di si.. e forse presto anche qui da noi.. mah.. meditate, gente, meditate.. la società siamo tutti noi e se va male è solo colpa nostra.

Dramma in pista, muore tredicenne dopo una caduta in gara per debuttanti

INDIANAPOLIS (29 agosto) - «Peter è morto questa mattina presto quando è stato apparentemente colpito da un altro pilota. È deceduto facendo quello che amava. Il mondo ha perso una delle sue più brillanti luci. Dio benedica Peter e l'altro pilota coinvolto». Queste le parole del padre di Peter Lenz, 13enne pilota americano, pubblicate poco fa su Facebook nella pagina personale del figlio. Il giovane pilota americano tredicenne era al comando del trofeo Moriwaki 250 della Federazione Americana, gara di contorno del Gp d'Indianapolis. L'incidente è accaduto nel giro di allineamento della seconda gara della categoria.

L'incidente è avvenuto in quella che è, per la federazione americana, la classe per i debuttanti nel mondo delle corse su pista. In Italia esiste un campionato simile che si corre con le stesse moto, le Moriwaki MDH250, mentre nel 2012 la 125 sarà sostituita da una classe simile.

(da Il Messaggero.it)

venerdì 3 settembre 2010

Frasassi e dintorni




Un viaggio che ho fatto a fine settembre 2009 e che per fortuna è stato caratterizzato da un meteo benevolo..
Diciamo che il clou del mio giro, avendo base in un albergo in quel di Camponocecchio (Genga, An) è stata la visita alle famigerate Grotte di Frasassi: uno spettacolo unico! In particolare indimenticabile la visione che si ha poco dopo l'ingresso, entrando in una grotta dall'ampiezza esagerata, la quale potrebbe facilmente contenere al suo interno l'intero Duomo di Milano..! E poi la visita al vasto entroterra più o meno medievale nei dintorni: la gola di frasassi con lo splendido Tempietto del Valadier a S. Vittore, luogo nel quale si possono ammirare anche un ponte romano e un tempio romanico, Fabriano e il suo museo della carta, Arcevia (dove fra l'altro in quei giorni teneva un concerto il mitico Umberto Tozzi paralizzando tutto il paese..!) e i suoi numerosi eremi e castelli, Serra San Quirico, Genga, Frontone e i suoi fantastici ristoranti, oltre che il suo castello, l'isolato Eremo di Fonte Avellana... una zona del territorio marchigiano veramente ricca di tesori da scoprire.


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mercoledì 1 settembre 2010

Motobaracca




In quel di Borgo Sisa (Ra) ho partecipato nel Giugno del 2007 alla prima edizione del Motobaracca, bell'esempio di raduno molto casereccio, quasi un incrocio fra un motoraduno e una tranquilla festa di paese, piacevolmente mischiati.
Un discreto numero di moto, fra le quali un bel Trike (vedi foto), qualche lussuosa auto americana, musica, stand di aerografisti, piada e salsiccia a disposizione, bar con schermo sintonizzato sempre e comunque sulla diretta della MotoGP, giochi da biker nostrani nel pomeriggio, presentati dal simpatico Jumbo fra i quali il mitico lancio del copertone, la gara di lentezza, ecc.. elementi basilari per un raduno ben riuscito. Ora, non so sinceramente, visto il numero di partecipanti non esagerato, se negli anni successivi lo abbiano ripetuto, ma le premesse ci sarebbero state tutte. W il MotoBaracca..!


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