martedì 31 agosto 2010

Trigallia Celtic Festival


Cosa dire del mitico e ormai purtroppo defunto Trigallia..? Anzi.. Triiiiiiiiiiiigalliiaaaaaaaa..! Va urlato in questo modo..io vi partecipai due volte, nel 2003 e in quella che all'insaputa di tutti fu di fatto l'ultima edizione, nel 2005. In sostanza si trattava di uno spettacolare raduno-festa celtica biennale, della durata di una settimana circa, costellato di eventi a 360° sul mondo celtico nello splendido scenario del parco della Pieve di San Giorgio di Argenta (a circa 35 km da Ferrara). Le foto che potete vedere risalgono al 2005, ultimo anno della festa e al 2009, quando vi tornai x un giretto, sempre in moto, ma erano visibili solo alcuni resti delle capanne facenti parte della ricostruzione del villaggio celtico dell'Età del Ferro all'interno del quale si svolgeva la festa. L'ultima edizione è stata caratterizzata da animazioni in costume curate dai vari clan presenti, fiaccolate, grandi falò, bestiame, punti di ristoro, un mercatino dell'artigianato, un grande palco sul quale si sono alternati i gruppi di musica celtica italiani e internazionali (leggendaria la performance del mitico Clan Wallace..!). Unico neo l'inimmaginabile quantità di feroci e fameliche zanzare presenti sempre e comunque.. In ogni caso un evento memorabile, che io e i miei amici che vi partecipammo rimpiangiamo ancora, ricordandolo.. Sul sito ufficiale si susseguirono varie comunicazioni dopo l'edizione 2005.. dapprima sembrava posticipato al 2008, causa impegni di lavoro e cose del genere da parte degli organizzatori.. poi venne rimandato al 2009.. alla fine la notizia della sua fine nel 2010 con relativa chiusura anche del sito web dedicato.. davvero un peccato.

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giovedì 19 agosto 2010

Su e giù per le Dolomiti


Finalmente racconto di un viaggio recente, fine luglio scorso, in moto sulle Dolomiti.
Base in albergo a Sottoguda (Rocca Pietore, prov. di Belluno), paese famoso per lo splendido canyon ghiacciato (ma non in estate...) dei Serrai, formatosi intorno al rumoroso torrente Pettorina, allegra colonna sonora di sera e mattina.
Ho alternato agli innumerevoli passi dolomitici lunghe camminate nei boschi e passeggiate sul ghiacciaio della Marmolada con annesso su e giù in funivia... ehm.. diciamo che per me è molto più facile fare dei passi impegnativi come il Duran e la Forcella Staulanza sotto il diluvio che prendere una funivia.. questione di mancanza di terra sotto i piedi, forse..! E comunque.. strade stupende, tornanti a volontà, in salita, in discesa, senza guard rail, protetti da muri, in galleria.. insomma ce n'è per tutti i gusti!
Ed oltre alla strada e intorno ad essa, si snoda un paesaggio incredibile, che distrae quasi troppo chi si impegna e si diverte in sella, l'imponenza del gruppo di rocce dolomitiche, il Monte Civetta, la Marmolada, il Gruppo Sella, le Tofane, il Monte Pelmo... per citarne solo alcune fra le più famose, davvero un magnifico spettacolo!
Senza considerare che, dove c'è un monte, c'è un passo e dove c'è un passo c'è un rifugio... e quindi le soste culinarie sono un obbligo, quasi un dovere morale, direi.. torte di ogni tipo, cioccolate calde, strudel.. oppure il delizioso speck, i famigerati e squisiti canederli (li ho mangiati praticamente ogni sera..!) birre artigianali, formaggi più o meno dolci o piccanti, grappe particolarissime.. che bei ricordi..!
Ma il clou del mio viaggio credo siano stati in ogni caso i passi.. impervi, selvaggi, fatti col sole e con la pioggia, in solitaria o in mezzo a tante altre moto ma anche fra camper e pullman.. e così ho lasciato alle spalle (in ordine sparso e qualcuno anche per ben due volte..!) il Passo Giau, il Sella, il Pordoi, il Gardena, il Fedaia, il Duran, il Valparola, il Falzarego, il Campolongo e la Forcella Staulanza...
Un viaggio consigliato a tutti gli amanti delle due ruote, delle montagne e non solo.

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mercoledì 18 agosto 2010

Muraglione


Senza ombra di dubbio il Muraglione (SS 67 Tosco Romagnola, FI) è un passo di grande fascino, con la sua tradizione. Nell'antichità questo tratto dell'Appennino era attraversato esclusivamente da mulattiere. Fu solo nel 1836 che per volere del Granduca Leopoldo II fu realizzata una carrozzabile che per i tempi rappresentò una delle più ardite opere di ingegneria. Con l'aiuto delle mine furono scavati una serie di tornanti sul fianco della montagna che permisero di raggiungere il crinale alla Colla dei Pratiglioni. Qui fu costruita una cantoniera, un albergo ed un muro che serviva per riparare i viandanti dal forte vento presente. (Da questo muro deriva il nome del passo).
Ma fino a qualche annetto fa il Muraglione era anche un importante motoraduno. Io partecipai all'edizione ZERO QUATTRO, nel 2003, l'anno successivo però, alla ZERO CINQUE, capitarono alcuni incidenti, non so bene dovuti a cosa, ma c'è chi narra che, non si sa bene in che modo, si incendiarono alcune moto parcheggiate a bordo strada causando disagi e proteste varie... sicchè nel 2005 il motoraduno prima fu messo in dubbio ed alla fine non si fece per niente. E da quell'anno non si è più fatto. Un vero peccato... Ma torniamo ai bei ricordi del 2003, un grande evento con moto ovunque, musica rock, birra, salsiccia, selvaggi burn out (vedi il fumo bianco nelle foto..!), spettacoli sexy e tutto quel clima tipico che si respira nei motoraduni. Ora ci si può solo consolare ripercorrendo in sella l'impegnativo passo e godendo sia delle curve sia del selvatico panorama un po brullo offerto da quei colli tosco-romagnoli intorno a quota 900 m s.l.m.

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lunedì 16 agosto 2010

Budapest & Vienna




Il viaggio risale al 2004. Prima tappa Rimini-Budapest, 960 km, sola andata, partenza ore 04.30 a.m.! Dopo quasi 15 ore di moto (alla fine uno di noi tre guidava in preda alla stanchezza e alla follia la sua honda 600 con le ruote sui binari del tram cittadino...) si arriva nella capitale ungherese dove pullulano sia imbonitori che, in italiano, propongono mille ambigue soluzioni per le serate, sia molteplici senza tetto abbandonati a loro stessi, sia incredibili monumenti, come il Bastione dei Pescatori, le inquietanti grotte di Pest, le terme storiche e alcune tra le stazioni della metro più antiche d'Europa.
Seconda tappa Budapest-Vienna, 250 km, sotto una pioggia torrenziale, ma ne valeva la pena! Il palazzo del parlamento, lo Schoenbrunn, il Prater con la sua enorme ruota panoramica, il Palazzo Reale dell'Hofburg dove è allestito un museo sull'amatissima principessa Sissi, uccisa a Ginevra dall'anarchico italiano Luigi Luccheni con una lima... grande sfarzo, lusso ed eleganza per la capitale austriaca, più o meno ostentata, forse un poco eccessiva...in ogni caso è stata una settimana di mototurismo spesa in due delle più belle capitali d'Europa.

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venerdì 13 agosto 2010

Renzo Pasolini, il "Paso"




Un piccolissimo personale omaggio ad uno dei leggendari piloti nati nella mia stessa città...

Renzo Pasolini
Rimini, 18 luglio 1938 (m. 20 maggio 1973)

Il grande Totò diceva sempre: "I miei film avranno successo quando sarò passato a miglior vita". E il principe della risata non si sbagliava, perché ormai da parecchi anni nei palinsesti televisivi è fisso l'appuntamento con le performance del comico napoletano. Un discorso simile si può fare per Renzo Pasolini. Un grande pilota, un coraggioso fino al limite del rischio, un acrobata tanto per non smentire le sue origini da crossista, con uno stile di guida tutto suo. Ma il suo mito è nato dopo il tragico 20 maggio del 1973. Circuito di Monza, prima si corre la gara delle 350 e il ritornello è sempre il solito: Pasolini vuole battere il grande Giacomo Agostini. Renzo parte male, ma non è un problema perché fa volare la sua Harley Davidson fino a raggiungere e superare il rivale di sempre. La vittoria è dietro l'angolo, ma le prime nubi minacciose si addensano su quella maledetta giornata. Il motore tradisce Pasolini, ritiro inevitabile. Non c'è tempo da perdere, la gara della 250 incombe e il centauro riminese corre verso i box. Da un lato ha la consapevolezza di aver fatto una grande gara ("Gli abbiamo messo paura" ricorda ai meccanici), dall'altra la rabbia per l'impresa sfumata a tre giri dalla fine. La partenza delle quarto di litro è entusiasmante, il "Paso" resta leggermente indietro ma recupera in fretta, all'ingresso del curvone è già dietro Braun e Saarinen ("Questo finlandese è veramente forte" aveva detto Renzo quando cominciò a conoscerlo), anche quest'ultimo viene superato, poi la tragedia. Pasolini scivola su una macchia d'olio (ma furono tante le versioni a riguardo), inevitabile il contatto con Saarinen e le conseguenze sono drammatiche. Renzo lascia la moglie Annamaria e i figli Sabrina e Renzino. Ecco, in sintesi, l'ultimo giorno di gare e di vita, di un pilota che ha raccolto molto meno di quanto meritava ("solo" sei titoli italiani, infatti, non gli rendono merito) anche perché ha rivaleggiato sempre e comunque con Giacomo Agostini, splendido protagonista delle due ruote, ma anche dotato di moto superiori. Il "Paso" si affaccia tardi alla ribalta, provando a seguire le orme paterne. Massimo Pasolini, infatti, è un buon pilota e ottiene lusinghieri piazzamenti prima e dopo la guerra. Assieme a Lino Tonti costruisce un motore (poi venduto all'Aermacchi) che gli consente di stabilire il record mondiale di velocità rimasto imbattuto per una trentina d'anni. Renzo, invece, comincia col motocross che abbandona dopo il servizio militare per dedicarsi alla velocità. Nei primi tempi guidava una monocilindrica Aermacchi ad aste e bilancieri e nelle prime gare ufficiali trovò subito pane per i suoi denti affrontando, tra gli altri, Agostini, Bergamonti, Balestrieri. Nel '62 batte Agostini tra i Cadetti e vince anche il 7° Circuito a Mare a Rimini. Nel '65 passa senior e il '66 è uno dei suoi anni migliori: sale 15 volte sul podio con sei vittorie e nel mondiale 350 chiude terzo dietro Hailwood e Agostini. E a fine stagione si guadagna il passaggio alla Benelli. Test a Monza, debutto il 30 ottobre a Vallelunga nella 500: vittoria, per la prima volta Agostini è battuto nelle gare senior. Nel '67 altre sei vittorie (con la "perla" della gara a Rimini) e 13 podi complessivi, l'anno successivo tre vittorie (nuovamente in trionfo a casa sua), ben tredici secondi posti compreso quello finale nel mondiale 350. Nel '69 vince 14 volte, due soli successi nel 70, l'ultimo con la Benelli, ma non manca il primo posto riminese. Nel 71 torna all'Aermacchi e si dedica più che altro alla messa a punto della moto. Pochi risultati, va meglio nel 72 quando emigra per la prima volta negli Stati Uniti chiudendo terzo nella 250 miglia dell'Ontano, esperienza bissata senza fortuna nel marzo del 73 quando è costretto al ritiro nella 200 miglia di Daytona. Tornando al 72, Pasolini va vicino a tre titoli, ma conferma il suo destino di "eterno secondo": per un punto lascia a Saarinen il mondiale 250, per un punto perde il secondo posto nella graduatoria iridata delle 350 e per tre punti cede ad Agostini il tricolore 350, vincendo però lo "scudetto" 250. Ed eccoci al 73, l'ultimo successo è datato 2 maggio a Vallelunga. Poi la tragedia. La vita si spezza, comincia il mito.

(tratto da "Quelli che...lo sport che passione" a cura di Alberto Crescentini e Carlo Ravegnani)


"Coraggioso è colui che ha paura di fare una cosa...e la fa lo stesso"

Renzo Pasolini


giovedì 12 agosto 2010

La Rocca di Maioletto



Le gite in moto e sacco a pelo in quel dei resti della rocca di Maioletto (Maiolo, vicino Novafeltria, provincia di Rimini) sono per me e i miei amici un classico in quanto ogni tanto ci si torna.
Ho detto sacco a pelo e non tenda in quanto la camminata da fare poi a piedi per giungere in cima è troppo impervia per trascinarsi dietro pure una tenda, più leggero e comodo quindi il solo sacco a pelo..!
Negli ultimi anni poi questo luogo magico e il suo sentiero hanno subito varie fasi di restauro che, se da un lato forse hanno reso il tutto più accessibile e sicuro, dall'altro gli hanno fatto perdere parte del suo fascino selvaggio.
In ogni caso oscure leggende aleggiano nelle sue pietre, la rocca di Maioletto ed il sottostante borgo, infatti sarebbero stati distrutti da una frana o da una folgore divina, che la tradizione indica essere avvenuta fra il 29 e 30 maggio del 1700 come punizione per un "ballo angelico" sessualmente un po troppo ambiguo tenutosi all’interno delle mura castellane... mah.. chissà.. provare per credere..!

N.B. : nella foto sopra la stradina che porta ai piedi del monte sul quale si staglia la Rocca. (2oo2)

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Rubato il "chiodo" del Selvaggio



E’ una delle immagini più famose nella storia del cinema mondiale: un giovane Marlon Brando, dallo sguardo cupo e intrigante, seduto sulla sua potente moto, una coppola in testa e una giacca di pelle nera che è diventata mitica. Così tutti ricordano Johnny il capo di una banda di teppisti che furoreggiava sulle strade della California. Ebbene proprio uno di questi giubbotti indossati ne “Il selvaggio” di Laszlo Benedek nel 1954 è stato rubato lo scorso week end a New York. Il capo, uno Schott, era in mostra in una teca nelle sale dove si svolgeva un party a cui partecipavano divi del cinema e del jet set, tra cui Bruce Willis. Durante la serata una delle guardie si è accorta che il giubbotto era sparito. “La polizia è immediatamente intervenuta” ha raccontato un testimone ”tutte le uscite sono state chiuse e sono stati bloccati gli ascensori, ma lo Schott non si è più trovato”. La giacca, ribattezzata il “chiodo”, è rimasta legata al mito di Brando ed è diventato uno dei capi più diffusi tra i motociclisti mentre “Il selvaggio” con la sua storia di gang di motociclisti, risse tra rivali ed eventuali omicidi, è considerato il capostipite di tutta la serie di film ispirati al mondo delle due ruote.

Barbara Mattiuzzo


(articolo tratto da www.ecodelcinema.com, maggio 2008)

martedì 10 agosto 2010

Le "moto" della mia infanzia



Ecco a voi i motori che hanno prima animato la mia immaginazione e poi popolato i miei sogni fattisi reltà!
Ho iniziato a scorrazzare in sella ad un Ciao 50 (Piaggio) di colore azzurrino all'età di 14 anni..
Partenza a spinta (avevo tolto i pedali per montare delle fighissime ma scomodissime pedaline tipo moto..), marmittone Polini esageratamente lungo, che aumentava di pochissimo la velocità , peggiorava di tantissimo l'accelerazione, ma creava un rumore infernale e bellissimo..!
Inoltre il cinquantino era letteralmente tappezzato di adesivi tamarrissimi, stile primi anni 90, tipo aquile, teschi e pure un capo indiano..!
Fra l'altro lo guidavo con un ridicolo e gigantesco casco integrale anni 80 ereditato dal fratello maggiore, ma non mi importava nulla!
Mi sembrava di essere veramente un fenomeno in sella a quel macinino a due ruote, tanto che spesso ci azzardavo pure qualche giro durissimo in fuori strada.. passando più tempo a spingere che in sella e bucando o rompendo ogni volta qualche pezzo.. hahaha..!
Ho poi proseguito con un mito: la Vespa (Piaggio).
La mia, per la verità, era uno dei modelli dalla linea meno riuscita del catalogo, datata 1982, la Vespa PK 50 S, con tutte quelle squadrature spigolose non era proprio il massimo...
Ma recuperava punti per il fatto che montava il blocco motore da "ben" 75cc, carburatore da 19 e marmittone Proma..hahaha, un bolide..! Che ridere.. e comunque direi che è stato, tutto sommato, uno dei veicoli più versatili e comodi che abbia mai guidato e che mi ha portato senza protestare per anni a scuola, al mare, in giro per Rimini ed anche in Carpegna, con tanto di sacco a pelo legato sotto il fanale..! Non male, direi..
Bei tempi, bei tempi...

N.B. : se per il Ciao azzurro ho dovuto ricorrere ad una immagine reperita sul web (ma molto simile al mio modello) in quanto non ho purtroppo delle foto a disposizione, la vespa invece è proprio la mia e la foto gliela scattai nel 2005, poco prima di venderla... sigh... e se ci peso mi manca ancora un po...

lunedì 9 agosto 2010

Tri di in mota




Ecco un bel motoraduno al quale purtroppo ho partecipato solo una volta, nel 2008, il TRI DI IN MOTA, a confine tra Emilia Romagna e Veneto, che, in quell'occasione, si svolgeva intorno alla Rocca Possente di Stellata di Bondeno (Provincia di Ferrara).
Lo scenario è di sicuro impatto visivo: il parco intorno alla rocca.
La quale rocca, forse non proprio possente a causa delle dimensioni piuttosto ridotte, è comunque arricchita anche dalla presenza dei resti delle capanne facenti parte della ricostruzione di villaggio celtico dovuta ad un altro evento annuale: il famigerato Bundan Celtic Festival.
Ma di feste celtiche parleremo, forse, un'altra volta...
Il raduno in se è tipicamente in stile biker, con parecchi gruppi di motociclisti organizzati, stand di accessori vari in pelle, toppe, magliette e quant'altro, cibarie assortite, palco con live rock music (io ho assistito all'esibizione di una cover band degli Iron Maiden, credo si chiamassero Iron Mask, ottimi..!) oltre alla possibilità del sempre ben accetto free camping e parcheggio moto più o meno custodito da un manipolo di volenterosi biker di piantone all'ingresso.
Un vero peccato non avervi potuto ritornare più volte, ma del resto si sa... mai dire mai..!

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domenica 8 agosto 2010

Comacchio e dintorni




Alcuni la definiscono la piccola Venezia e non a torto: Comacchio (provincia di Ferrara) infatti vanta l'imponente Trepponti, simbolo della città , gli intricati canali (attenzione alle manovre azzardate in moto..!), il vecchio ospedale, la chiesa di Santa Maria e il lunghissimo Portico dei Cappuccini, un interessante museo sulla manifattura dei marinati, sono solo alcuni dei bei monumenti che si possono ammirare passeggiando fra le sue stradine. Il mio giro in moto risale al 2007, quando cavalcavo una bella Moto Guzzi Nevada Touring accessoriata di tutto punto.. ma la prima cosa che mi viene in mente è la povera anguilla sui banchi del pesce tagliata viva dal pescivendolo per dimostrarne l'inoppugnabile freschezza... Mah..!
Crudeltà gratuite a parte, la cittadina di Comacchio merita sicuramente di essere inclusa nell'itinerario di una bella gita in moto anche per i suoi naturalistici dintorni, le famigerate Valli di Comacchio, all'interno del Parco del Delta del Po (vedi foto), meta di appassionati di escursioni a piedi o in mountain bike immersi nella flora e fauna palustre, birdwatching e quant'altro ci sia in un ambiente tutelato e valorizzato a dovere.


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venerdì 6 agosto 2010

Motopontaccio




Siamo ancora nell'ambito della tradizione.. insieme alla FESTA DE MUTOR questo è l'altro appuntamento irrinunciabile della nostra primavera inoltrata su 2 ruote.. IL MOTOPONTACCIO di San Vito (paese tra Rimini e Santarcangelo di Romagna).
Intanto il PONTACCIO altro non è che il bel ponte romano sito nei pressi della chiesa nel cui piazzale si svolge gran parte del raduno.
Si tiene sempre l'ultima domenica di maggio e, oltre alle moto, sono presenti anche american cars e auto sportive in genere.
Anche se purtroppo le strade circostanti sono piuttosto piatte e avare di curve il bello è che qui si mangia e si beve per tutto il tempo (chi c'è stato potrà confermarlo).
Si inizia dopo pranzo, merenda a metà pomeriggio con fave, formaggio e vino, si ascolta musica rock dal vivo e, a seconda delle varie edizioni, si fanno giochi o motogiri nei dintorni.
A fine raduno la ricca lotteria, premi x le moto più particolari e belle, maccheronata conclusiva verso le 20.00 e poi tutti a casa.
Un paradiso per ogni centauro.


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giovedì 5 agosto 2010

Marina di Cecina e dintorni




La frazione marittima di Cecina (provincia di Livorno, Toscana), è stata la mia prima meta scelta per un viaggetto di qualche giorno in moto, nella primavera del 2003. Mare, spiaggia, bella pineta e un interessantissimo entroterra con varie cittadine medievali nelle vicinanze, ad esempio Volterra...
Nella foto si vede la mia amata moto di allora, viaggiatrice indomita, bella e pesantissima, mulo da soma si, ma di gran classe, in pieno Harley style tanto in voga nei custom jap anni 90, la Yamaha Dragstar 1100 Classic.
Ovviamente la formula scelta fu il temibile tandem "moto-tenda" , che solo pochi mesi più tardi mi avrebbe fatto stancare oltremodo e quasi impazzire sulle coste della Normandia.. ma questa è un'altra storia.

(nella foto si nota anche un altro cimelio, la mitica tenda McKinley, originale anni 80, che ho ancora oggi a disposizione in garage, anche se le assicelle flessibili in legno scricchiolano ogni anno un po' di più..)


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mercoledì 4 agosto 2010

La mitica Festa de Mutor




Allora.. si comincia.. la foto sopra ci riporta nell'ormai relativamente lontano 25 aprile (il raduno si tiene ancora oggi in questa data) del 2003, altri tempi, altra moto, la crisi ancora non si era manifestata e via discorrendo.. ma sempre lo stesso motoraduno: LA FESTA DE MUTOR.
Questa è una dedica, un omaggio doveroso, per cominciare, al nostro più tradizionale raduno (x noi intendo noi che andiamo in moto insieme..), al quale partecipiamo tutti i santissimi anni (io personalmente lo faccio dal 1997..).
Si svolge in quel di San Giovanni in Galilea (Borghi, provincia di FC, Romagna), la strada regala sul finire qualche bella curva anche se non si potrebbe proprio definire un itinerario impegnativo, almeno x noi che si arriva da Rn e dintorni.. il raduno risulta piuttosto tranquillo, inizia al mattino e termina nel primo pomeriggio, niente sexy porcate, niente giochi, niente di niente.. solo motogiro e poi pranzo e premiazioni agli iscritti.. uno stand pro loco, il mitico bar di Nevio (famose le sue grappe), l'ottima Osteria di Fulet (ristorante, poco piu sotto, in quel di Gorolo) la rocca (vedi foto sopra) e poco altro.. è bazzicato sia da giovani in sella a moto moderne di ogni cilindrata e marca, sia da simpatici vegliardi in groppa a vecchie glorie italiche bicilindriche e non tipo Guzzi, MV, Benelli, Morini, Ducati.. ma anche le classiche Harley e Honda Four, per intenderci..che non di rado infestano le ultime curve a velocità diciamo moderata.. in definitiva io amo particolarmente questo raduno anche e soprattutto per il suo stampo "OLD STYLE", senza fronzoli di tendenza.. solo moto e centauri.

Per altre foto di diverse edizioni del raduno clicca qui.

martedì 3 agosto 2010

Sull'asciutto e sul bagnato tieni sempre spalancato



Questo blog nasce dalla mia insana e smodata passione per le moto.
Cercherò di pubblicare tutto ciò che le riguarda, con particolare riferimento a viaggi e raduni.

Un lampeggio,
il Centauro della Tana