Claudio Castiglioni è morto
17/08/2011
Lutto nel mondo del motociclismo: si è spento a 63 anni una figura storica per la motocicletta, alla guida di Cagica, Ducati ed MV Agusta e creatore di modelli storici come la Ducati 916 e la MV Agusta F4
Claudio Castiglioni, 64 anni, Presidente di MV Agusta Motor S.p.A., è mancato questa mattina a Varese, dopo aver lottato coraggiosamente contro la malattia.
Giusto un anno fa aveva riportato a casa il marchio MV Agusta, venduta in precedenza a Harley Davidson.
Claudio Castiglioni: passione per la moto tra Cagiva, Ducati ed MV Agusta
Il suo nome rimane indissolubilmente legato a marchi storici del motociclismo italiano, dalla produzione alle corse: Cagiva, Ducati e MV Agusta.
Cagiva venne fondata dal padre Giovanni (infatti il nome è l'acronimo di Castiglioni Giovanni Varese) e lui ne diventò presidente negli anni seguenti.
Portò il marchio di famiglia a competere contro i colossi giapponesi nel Motomondiale, grazie al suo reparto dedicato "Cagiva Corse Srl" e a piloti come Randy Mamola, Eddie Lawson, Alex Barros e John Kocinsky.
Con Edi Orioli in sella alla Cagiva Elefant conquista due Parigi-Dakar, nel 1990 e nel 1994.
La casa di Castiglioni ottiene ottimi risultati anche nel motocross nella classe 125 (MX2) vincendo 2 titoli Piloti nel 1985 con Pekka Vehkonen e 1986 con Dave Strijbos, e 3 titoli costruttori i nel 1985, 1986 e 1987.
Insieme al designer Massimo Tamburini, dalle officine Cagiva nascono modelli storici come Paso, Mito o la Freccia.
Nel 1985 la passione per le due ruote lo posta ad acquistare la Ducati e sotto la sua gestione nascono motociclette come la supersportiva 916 e dando origine al segmento naked con il Monster.
Due anni più tardi rileva la Husqvarna, portando il marchio al successo nel cross e nell'enduro.
Nel 1991 invece il passo decisivo: l'acquisto della MV Agusta alla quale si dedica anima e corpo dopo aver ceduto Ducati al fondo americano Texas Pacific Group nel 1997.
Insieme a Tamburini nascono le moto che fanno ancora storia: la F4, 4 cilindri da 750 cc (ora portata a 998) e la Brutale, due motociclette che esaltano la perfezione stilistica nei minimi particolari.
Il suo obiettivo era quello di creare moto differenti da quelle giapponesi: se guardiamo le moto che passano lungo la strada, questo obiettivo è stato raggiunto.
Da imprenditore si è preso i rischi e le responsabilità che ne derivavano, talvolta facendo discutere perché l'istinto non va molto d'accordo con la calcolatrice. Ma quello che ha saputo creare rimane nel cuore di tutti gli appassionati motociclisti e la sua eredità continua e continuerà a correre nelle strade, fiera del suo stile unico.
MV Agusta la sua vita
Al centro della sua storia professionale e umana c’è, però, MV Agusta, a cui ha dedicato quindici anni, creando modelli che sono considerati in tutto il mondo icone di stile ed esclusività, l’eccellenza del desing motoristico. Nulla è mai stato lasciato al caso: il più piccolo dettaglio è stato rivisto centinaia di volte per essere semplicemente unico, perfetto e inimitabile, come ogni MV Agusta. E dietro ogni dettaglio ci sono il lavoro, le idee, il cuore di Claudio Castiglioni.
Intuito, tenacia, visione: queste qualità hanno spinto Claudio Castiglioni a fare della sua passione la sua professione e restituendo la moto italiana al rango che la storia aveva loro assegnato, ritornando protagoniste.
Riportando MV Agusta in Italia l'anno scorso, aveva lasciato il timone al figlio Giovanni, che lo ha affiancato in molte delle sfide che hanno costellato la storia del marchio varesino. Sfide che sono state, giorno dopo giorno, il
filo invisibile, la trama sottile di un percorso umano e imprenditoriale unico.
Resta a Giovanni, con la stessa passione e tenacia del padre, e da oggi nel suo nome, il compito di continuare a creare, come le chiamava Claudio Castiglioni, “le moto più belle del mondo”.
Lo ricordiamo con le sue stesse parole, impresse nel sito web Cagiva:
“Le moto sono oggetti che fanno sognare. Hanno colori e suoni diversi, hanno forme che rivelano l'ispirazione di chi le ha concepite. A volte queste creazioni sono autentici oggetti d'arte motoristica che trasformano il progettista in artista”.
(articolo tratto da http://www.infomotori.com)
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