venerdì 28 ottobre 2011

Dopo tutto

La mia moto

Da domenica mattina mi commuovo.
Chiarisco, non che prima non mi sia mai commosso, ovvio.. ma da domenica mattina mi commuovo fisso ogni volta che vedo una moto e penso al Sic.
Sono un motociclista, non conoscevo personalmente Marco, seguivo la MotoGP anche e soprattutto per lui.
Ieri, verso le 18, rientrato a casa dal lavoro, nonostante fosse ormai l'imbrunire e con il cielo plumbeo sulla testa, ho sentito la necessità di uscire per un giro in moto.
Da buon riminese, mi sono diretto al porto.. mi fermo, entro nel baretto, un caffè, esco... e mi sono ritrovato seduto fuori, davanti alla moto, che ormai piangevo.
Si sono dette, viste e sentite fin troppe cose.
Valentino che forse smette di correre (bufala), i soccorritori che lo hanno fatto cadere dalla barella, le centraline e le gomme da gara sotto accusa.. addirittura sembrava che la magistratura italiana volesse prelevarne il corpo per ulteriori accertamenti...
E' vero, ora siamo difronte ad altre nostrane tragedie come la recentissima disastrosa alluvione in liguria e toscana, con danni, morti, feriti e paesi praticamente sepolti dal fango e cancellati... inimmaginabile per chi non la vive...
E' vero che i media (la TV su tutti) hanno pompato forse oltre misura la scomparsa di Marco perchè, si sa, non c'è nulla che faccia odiens come la morte di un "eroe" italiano, giovane, bello e vincente.
E' anche verissimo che, in queste ore, moltissime persone alle quali probabilmente non è mai fregato nulla di Marco o di moto, si sono comunque fatte prendere dal rito collettivo e si sono messe in file per VEDERE... la bara, il corpo, i segni di copertone che ancora gli segnavano il viso e il collo...
E' tutto vero, siamo italiani, è sempre stato così.. anche per Pantani, immagino anche nel 1973 per Renzo Pasolini...
Personaggi pubblici, sportivi, amati e\o conosciuti da tutti, a maggior ragione dopo la loro prematura morte.
In ogni caso, ribadisco, da domenica mattina mi commuovo.
Sarà la forte passione per la moto... e MUTOR, come si dice da noi in romagna... sarà che Marco era praticamente un concittadino... sarà anche e soprattutto che era un pilota che appassionava con la sua guida al limite del possibile e oltre.. che dava sempre tutto, che titarava anche sotto la pioggia (vedi silverstone 2011), che anche se non vinceva e magari cadeva (spesso quest'anno) era amato per come stava in pista in maniera oltremodo spettacolare e guidando sempre al massimo (DAGLI DEL GAS).. perchè poi, finita la gara, rilasciava delle interviste vere, umane e anche un po' sbiascicate, come potremmo parlarne noi al bar.. con quel DIOBO' sempre e comunque, intercalare tipico delle nostre parti...
Nico Cereghini ha detto in queste ore che non ci si abitua mai alla morte... che il motocilcismo è una passione particolare... che ognuno di noi che va in moto, prima o poi, finisce per immedesimarsi nei piloti che vediamo alla domenica, finisce per pensare, da buon "bullo", che se ci fossimo noi su quelle 2 ruote riusciremmo a stare davanti e vincere... balle, è verò.. ma questo concetto secondo me spiega bene il senso di appartenenza a questa passione, il senso di fratellanza e in qualche modo, di vicinanza... inoltre in moto puoi andare a correre, pagando, sulle stesse piste della MotoGP.. Misano, il Mugello.. e come se, per parallelismo col mondo del calcio, si potesse organizzare una partitella fra amici e giocare a San Siro a Milano o al San Paolo di Napoli... impensabile.. e invece in moto, in qualche misura, si può.. e questo non fa che aumentare il senso di appartenenza.. non fa che aumentare la passione per un mezzo che semplice mezzo non è.. e ci avvicina, sotto gni punto di vista, a quei piloti che alla domenica corrono dentro le nostre televisioni.
E quindi, secondo me, è anche per questi motivi che la scomparsa di Marco ha colpito in maniera così estesa.. motocilcisti, appassionati e non.. ed è per questo che, da domenica mattina, mi commuovo.


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